giovedì 28 gennaio 2010

Quando tutto è cominciato...

Domenica 10 agosto 2008

DA TRE SETTIMANE. Inspiegabilmente compaiono e scompaiono statue mariane nella zona ovest di Vicenza
Rotatorie come capitelli - Il giallo delle madonnine di Sara Marangon
Tutte di uguale fattura, le misteriose statuette sono sempre posizionate sopra un piedistallo di cemento


Il mistero s’infittisce. Nell’afa estiva che sta attanagliando da qualche tempo la nostra città, un "giallo" tiene sulle spine i vicentini rimasti a casa. Sono in pochi, infatti, a non aver notato le numerose madonnine apparse da circa metà luglio in diverse rotatorie di Vicenza e provincia.
Le statuette, tutte di uguale fattura e alte una trentina di centimetri, sono sempre posizionate sopra una colonnina di cemento. Niente scritte o numeri, solo qualche coccio a decorarne il piedistallo.

La domanda nasce quindi spontanea: chi si nasconde dietro a questa invasione di Sante Vergini?
Forse un buontempone, o magari un fervente cattolico della madonna di Monte Berico.
Fatto sta che nemmeno le forze dell’ordine, ormai a conoscenza del mistero apparso già alcuni giorni fa nelle pagine del Giornale di Vicenza, hanno voluto togliere le statuette dai rondò. Così, quelle che sono già state soprannominate le "madonnine del traffico" continuano a fare bella mostra di se e, chissà, anche a proteggere i numerosi automobilisti che le circondano.
E se il compito di quelle Vergini, almeno nella mente del loro ideatore, non fosse altro che quello di "vegliare" sui conducenti più spericolati, proteggendo in un certo qual modo le loro sconsiderate corse tra le vie beriche?

Vicino al ponticello della trafficatissima rotatoria dell’Albera, all’incrocio tra via Fermi e viale San Lazzaro, nel nuovo rondò dietro il centro commerciale Auchan, e ad Altavilla, tra via Mascagni e via Vivaldi: le madonnine, è proprio il caso di dirlo, spuntano come funghi. E mentre i vicentini s’interrogano se prima o poi le statuette lacrimeranno anche sangue, c’è chi, con l’aiuto dell’oscurità, ne approfitta per continuare la sua missione: far parlare di sé e ridersela di nascosto.



Fonte: il Giornale di Vicenza

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